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Soundtrack:settembre/ Cristina Donà &Giuliano Sangiorgi

La mia + vecchia amica, Claudia, diceva un po’ sorniona che avremmo dovuto avere una consapevolezza ZEN “mangio quando ho fame, dormo quando ho sonno”.

Quando il delirio della giovinezza ci salvava dalla bafogna; quando avevamo ancora i superpoteri; quando si potevano mangiare ancora le fragole…

La difficoltà, ora, è quella di ascoltarsi, magari con uno stetoscopio: lo metti nelle orecchie, poggi il disco sul petto aspetti che la sensazione di freddo passi, e ascolti…

Il respiro profondo, il battito, e annotare, il nostro suono, quotidianamente per capire il lento trasformarsi.

E costruire.

E abbattere.

E ricostruire.

Il più delle volte avverto solo la scossa, la falda che si stacca. Ti fai sorprendere dall’ago del sismografo che disegna grafici preoccupanti, e allora capisci, perché vedi tutto intorno a te che crolla: le macerie, la polvere, la ricerca dei sopravvissuti.

C’è un momento preciso in cui sembra che non ci sia + niente, tabula rasa. Non è mai così, ma la polvere e la mancanza di consapevolezza costruiscono scenari apocalittici.

Si può essere affezionati allo stato di emergenza? Lo si può provocare con soddisfazione?

Si.

Se solo riuscissi ad aprire la scatola.

Potrei ascoltare i desideri, le voglie, i dolori, le mancanze, le conquiste… e saziarmi. Essere pieno, di me, degli altri. Sentire chi c’è e chi se ne andato.

C’è tutto in questa scatola, ne sono certo e sono certo anche di avere la chiave.

Ma la paura di aprirla ne suppone la perdita, la carenza.

 

Nel tempo mi sono affezionato all’immagine del misirizzi, è la mia ambizione di uomo, riuscire a stare sempre in piedi nonostante i colpi.

Buona fortuna.

 

A me.

A Penelope.

A elide.

A FAG.

La soundtrack.